E' il 23 gennaio a Milano.
L'aria è tersa, fresca, la nebbia che sfocava i palazzoni è quasi un ricordo, se non fosse così freddo sembrerebbe primavera.
Da viale Grosio, sulla terrazza dell'Agfa-Seat, si vedono le Alpi.
E' strano, sembra che vengano fuori dal nulla, nel bel mezzo della pianura.
Una distrazione e... *TAC*, ti trovi davanti un muro di alberi e roccia, e magari, in vetta, la neve.
Poi scende la notte.
E' strana la notte, a Milano.
La città lascia nel cielo un bagliore diffuso, non è mai veramente notte.
E il cielo... non ci sono stelle, nel cielo.
E' come se non ci fossero più i sogni nel cuore degli uomini, a Milano.
Come se tutto fosse terreno, materiale, opprimente.
Già, non ci sono più stelle.
Mi ricorda una canzone dei Pearl Jam,
-so che un giorno avrai una vita fantastica, so che sarai una stella... nel cielo di qualcun'altro. Perchè? Perchè non può essere il mio?
Ed è in una sera d'inverno che mi alzo dal mio tavolo della pizzeria Egiziana e m'incammino, nel buio freddo e senza stelle, andando incontro alla notte.
Ci vorrà una sigaretta.
Almeno.